Una proiezione al 2025 vede gli over 65 superare il 30 per cento della popolazione della nostra città
di Riccardo Coretti
Una ricerca internazionale prevede a Trieste un alto numero di pensionati che ci pone (e continuerà a porci) al primo posto in Europa tra le città nella speciale classifica e una proiezione, al 2025, che ci vede superare la soglia del 30% di residenti al di sopra dei 65 anni d’età. Per garantire la crescita nonostante questi fattori, i politici dicono di puntare su ricerca, turismo e sulle attrattive per i giovani, garantendo al contempo la qualità della vita per gli anziani.
Uno studio del McKinsey global institute realizzato per predire lo sviluppo delle grandi città del mondo, segnala come aspetto negativo – per quanto riguarda l’Italia – proprio la situazione della nostra città (in buona compagnia con Genova, Livorno, Ravenna). Trieste ha il 27% di popolazione anziana pari a 57.482 persone su 208.136 abitanti contro il 25% di Genova e Livorno e il 23 di Ravenna. Niente pessimismo, però: un paio di pagine dello stesso studio tentano di spiegare che le soluzioni per la crescita economica esistono e devono essere colte sfruttando le caratteristiche positive di ogni centro urbano, o minimizzandone le carenze. Per fare ciò si chiamano in causa i politici che, a quanto pare, hanno già compreso quale sia la direzione verso la quale è necessario remare perchè Trieste resti una città viva.
«Una città con alto tasso di anziani ha il problema del cosiddetta forza attiva, ma anche il valore della qualità della vita. Per affrontare la situazione sono necessari servizi proprio per migliorare la qualità della vita degli anziani, ricercando formule perché la vecchiaia sia il più attiva possibile. Ma tutto ciò non basta se non si ha la capacità di attirare giovani e per fare questo – commenta il sindaco, Roberto Cosolini – bisogna puntare sulla vocazione di Trieste per la ricerca scientifica e sul fattore economico che meglio possiamo promuovere senza aspettare grossi investimenti: il turismo».
«Ad ogni modo sono convinto – conclude il sindaco – che per attirare giovani sono necessari servizi a loro dedicati. Anche aprire un asilo nido all’anno sarebbe significativo. Bisogna dimostrare di essere una città attiva».
Roberta Tarlao, assessore provinciale alle politiche sociali, si sta occupando, anche attraverso la collaborazione con istituti di ricerca, dei problemi legati all’età media inesorabilmente in aumento nell’intero territorio di riferimento per Trieste. «Il sistema sociale è attualmente inadeguato rispetto alle proiezioni. I tagli dei servizi, dovuti alla mancanza di fondi, sono preoccupanti e per questo motivo credo sarà necessario il coinvolgimento dei privati. Bisogna investire in attività per anziani – dice l’assessore Tarlao – per migliorare la vecchiaia. Una figura interessante potrebbe essere quella dell’anziano visto come tutor, per sopperire alla mancanza di figure istituzionali alle quali i giovani possano fare riferimento».
Lo studio del McKinsey global institute analizza le prospettive di crescita dei centri urbani di tutto il mondo nei prossimi dieci anni, arrivando a previsioni fino al 2025 quando il baricentro dello sviluppo si sarà definitivamente spostato a Est, concentrandosi in Asia sui Paesi emergenti e in particolare in Cina. Ma le due pagine dedicate alle risorse di crescita delle città del mondo già “sviluppato” sono particolarmente interessanti perchè suggeriscono nuovi modelli citando proprio Trieste e Napoli (la prima con il già menzionato tasso di over 65 oltre il 30%, la seconda sotto il 20%). Disoccupazione, invecchiamento e competitività su scala globale saranno fattori di rallentamento per la crescita. Nel caso di Trieste e Napoli – sottolinea lo studio – nel 2025 ci si troverà di fronte a richieste molto diverse per quanto riguarda i servizi pubblici. Sempre secondo McKinsey, infine, le prospettive delle varie città dipendono non solo dalla loro attuale situazione e dal loro contesto economico, ma anche da come i politici rispondono a tale contesto.
(fonte ilpiccolo.it)