Ogni anno circa 5 milioni di anziani cadono almeno una volta. Nella metà dei casi l’incidente è provocato da una perdita di coscienza spesso sottovalutata, che invece può mascherare problemi cardiovascolari
Le cadute sono una delle maggiori minacce per la salute degli anziani. Nel 5-10% dei casi si traducono in fratture, traumi cranici, ferite e nell’1% in una frattura di femore, con esiti che incidono pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita. «Individuare questi soggetti è essenziale per poterli gestire al meglio e prevenire ulteriori cadute: è ciò che accade grazie alle Unità Sincope e Cadute nel pronto soccorso, dove i pazienti vengono valutati secondo protocolli ben standardizzati, per capire le cause della sincope e prevenire le recidive», sono le parole di Niccolò Marchionni, co-presidente del Congresso e Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare all’Ospedale Careggi di Firenze al Congresso Internazionale di Cardiologia Geriatrica, co-organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini.
L’Ospedale Careggi di Firenze è capofila in questa sperimentazione seguito dall’Ospedale Molinette di Torino, dal Policlinico Federico II di Napoli e dall’Ospedale Baggiovara di Modena. «Molti anziani hanno cali di pressione o altre difficoltà circolatorie che portano a una momentanea perdita di coscienza e alla conseguente caduta», spiega Marchionni. Auspicate dalle Linee Guida della Società Europea di Cardiologia nel 2018, dopo le prime esperienze in Irlanda, al Saint James’s Hospital di Dublino, sono quindi già attive anche in Italia, dove l’ “Sincopi e cadute sono tra le più frequenti cause di accesso al pronto soccorso e, in particolar modo negli anziani. «Non è raro che i due eventi siano correlati – afferma Andrea Ungar, responsabile della Syncope Unit presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e co-presidente del Congresso -. È necessario un immediato inquadramento dei pazienti che si presentano al pronto soccorso per episodi di sincopi e cadute. Qui gli anziani, grazie a un team composto da geriatra e cardiologo vengono sottoposti a numerosi esami per verificare se all’origine della caduta c’è un’alterazione del ritmo cardiaco, una cardiopatia strutturale, o alterazioni dei meccanismi di regolazione della pressione arteriosa, magari per effetti collaterali da farmaci».
Le Unità dedicate alla valutazione della sincope e delle cadute, hanno un notevole impatto sulla riduzione dei tempi e dei costi di gestione di questi pazienti e, al tempo stesso, consentono di attivare subito strategie d’intervento e prevenzione di recidive, riducendo con il rischio di nuove cadute anche i nuovi accessi al pronto soccorso, con un miglioramento nella gestione delle emergenze – osservano Marchionni e Ungar – Inoltre, una valutazione multidisciplinare come quella possibile grazie ad un team “anti-caduta”, può dimezzare il rischio di ricoveri nelle RSA anche nei casi in cui ci sia stato un danno conseguente all’infortunio. Tutto questo incide moltissimo anche sui costi diretti e indiretti correlati alle cadute, con una riduzione dei costi sanitari che arriva a oltre un terzo, come dimostrato in studi controllati.
«Ogni anno quasi 5 milioni di over 65 cadono almeno una volta e sono un milione gli anziani che vanno al pronto soccorso. Nella maggior parte dei casi le cadute dipendono dalla perdita di equilibrio, dai farmaci che si stanno prendendo e da ostacoli in casa o da una scarsa illuminazione domestica», afferma Alessandro Boccanelli, presidente SICGe e co-presidente del Congresso.
(fonte corriere.it)