Mentre si parla di una possibile terza ondata di coronavirus, l’Università Federico II di Napoli e la Fondazione Santa Lucia Irccs hanno pubblicato uno studio che spiega le conseguenze psicologiche del lockdown sulle persone anziane. Ormai è risaputo che la pandemia da Covid influenza la salute mentale delle persone, con conseguenze psicologiche anche gravi. Ma non tutti sono esposti allo stesso modo: in particolare, sembra che le persone anziane siano più colpite dall’ansia, come anche gli afasici.
Lo studio
Anche il Laboratorio sperimentale sull’afasia di Torino ha contribuito al report, dimostrando che anche gli afasici possono riportare delle conseguenze più gravi rispetto alle persone sane, per quanto entrambe le categorie rischino. Ansia, ma anche depressione: «Questo risultato a prima vista positivo suggerisce in realtà come il covid mascheri la situazione drammatica che affligge la popolazione afasica. Le persone con afasia vivono sempre in uno stato di isolamento sociale e quindi di instabilità emotiva. Questi ‘modi dell’esserè sono talmente connaturati alla loro condizione acquisita da confondere, paradossalmente, gli effetti del coronavirus», lo ha detto Paola Marangolo, ordinario della Federico II e direttrice del Laboratorio di ricerca sull’afasia dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma.
Anziani e afasici
Gli afasici sono persone che hanno dei disturbi nel linguaggio, generalmente a causa di lesioni cerebrali. In particolare: conservano le loro capacità intellettive ma non riescono a parlare. In alcuni casi, più gravi, non riescono a capire nemmeno il significato delle parole: aspetti che – in tempo di isolamento – possono aggravare ancora di più la condizione di chi vive isolato di per sé. Allo studio hanno partecipato 73 persone afasiche, che avevano completato il loro percorso di riabilitazione, e 81 persone anziane. Entrambi i gruppi hanno avuto due scale di valutazione che si basavano su ansia e depressione (Hospital Anxiety and Depression Scale; HADS test). Inoltre alle persone afasiche è stato inoltre chiesto di rispondere a delle domande sulla qualità della vita (Stroke and Aphasia Quality of Life Scale Questionnaire; SAQOL- 39). Poi i questionari sono stati confrontati con i periodi rispettivamente pre e post Covid.
(fonte ilmessaggero.it)