La Regione Friuli Venezia Giulia è quarta a livello Ue dietro alla Liguria, la tedesca Chemnitz e la greca Ipeiros
TRIESTE. In un’Italia primatista tra i 28 paesi Ue nella percentuale di over 65 (21,4%) il Friuli Venezia Giulia con il 24,7% è la quarta regione più anziana d’Europa dietro a Liguria, la tedesca Chemnitz e la greca Ipeiros. Il dato emerge da uno studio di Ires Fvg su dati Eurostat, curato da Gianluca Masotti, Chiara Cristini, Paolo Molinari e Alessandro Russo. In particolare, la provincia di Trieste è 14/a per anzianità nel continente.
La dinamica dei residenti ultrasessantacinquenni tra il 2005 e il 2015 evidenzia come le donne passano da 161.600 a 177.600 (+16.000, pari al +9,9%) e gli uomini da 105.800 a 130.400 unità (+24.600, +23,3%). La Venezia Giulia invecchia di più rispetto a quella friulana. Nelle province di Trieste e Gorizia si riscontrano infatti non solo le maggiori percentuali di anziani (28,4% e 26,3% con 65 anni e oltre) e di over 85 (4,6% e 4,2%), ma anche un numero superiore di ultracentenari (6,9 e 4,7 ogni 10 mila abitanti).
La provincia di Pordenone mostra la minore incidenza strutturale di anziani (22,4%), con maggiore dinamica di crescita nell’ultimo decennio (+21,2%), anche grazie alla maggior presenza di stranieri (10,8% a gennaio 2015, contro l’8,9% di Gorizia, l’8,5% di Trieste e il 7,7% di Udine), fenomeno comunque in diminuzione. Sempre più anziani rimangono nel circuito produttivo anche in prossimità o dopo il raggiungimento della pensione, impegnandosi soprattutto in attività imprenditoriali, autonome o libero-professionali. Nella fascia d’età over 65, il numero di occupati in Fvg aumenta del 50,4% dal 2010 al 2014 (da 7.498 a 11.276 unità, +3.778), e il tasso di occupazione nello stesso periodo sale dal 2,6% al 3,7% (+1,1).
Incidono su questo fenomeno, particolarmente evidente tra le donne (da 1.308 a 3.117 occupate, +138,3%) la crisi economica e le più recenti riforme pensionistiche. Per i ricercatori è interessante evidenziare la recente legge per la promozione dell’invecchiamento attivo 22/2014, per cui i soggetti over 65 non sono più da considerare come semplici portatori di bisogni, bensì risorse che, se opportunamente sostenute, possono ancora dare un importante contributo alla società.
(fonte ilpiccolo.it)