Sempre più anziani rischiano la vita a causa dell’influenza. Per leggerezza, o addirittura disinformazione. Nell’ultimo rapporto Eurostat, in Italia la vaccinazione antinfluenzale negli over 65 è scesa infatti al 52%, il 10 per cento in meno rispetto al 2012. I più giudiziosi, tra i Paesi europei, sono gli anziani del Regno Unito: circa il 72,6 per cento infatti si è vaccinato. Gli italiani, invece, dal terzo posto del 2012, dopo 5 anni scendono addirittura al settimo. Con gravi conseguenze per la loro incolumità. La copertura vaccinale, che per molti rappresenta infatti un vero e proprio salva vita, è decisamente al di sotto della soglia stabilita dal Ministero della salute, che infatti sottolinea: «Per ridurre significativamente morbosità, complicanze e mortalità per influenza è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate nei gruppi di popolazione target, in particolare negli anziani con più di 65 anni e nei soggetti ad alto rischio di tutte le età».
GLI OBIETTIVI
L’obiettivo minimo è pari al 75%, quello ottimale al 95%. «Il calo delle vaccinazioni negli over 65 è un dato estremamente negativo – mette in guardia Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) e direttore dell’unità complessa di Geriatria dell’Università Campus bio-medico di Roma – La mancata vaccinazione si ripercuote sull’incidenza dell’influenza e delle sue complicanze, che possono essere particolarmente gravi». Secondo un’indagine della stessa Sigg, condotta su 500 medici, poco più di un anziano su due si vaccina per l’influenza, e solo in poche regioni si arriva al 50% di copertura contro lo pneumococco, che protegge da polmoniti molto pericolose e talvolta letali per gli over 65.
LE INFORMAZIONI
Inoltre, pochi anziani chiedono informazioni sulle vaccinazioni: appena uno su tre lo fa, in due casi su tre per timore degli effetti collaterali e in un caso su cinque per scetticismo nei confronti dei vaccini. «Sicuramente c’è un difetto di conoscenza, non c’è un’adeguata promozione della vaccinazione, del suo ruolo, dell’indicazione delle necessità e dei benefici – ammette Antonelli Incalzi – E poi c’è, purtroppo, un effetto negativo di riflesso delle tante polemiche sulle vaccinazioni, che partono da posizioni di assoluta ignoranza e concernono aspetti peraltro diversi da quelli per l’influenza».
A ciò si aggiungono poi le informazioni non corrette diffuse tra la popolazione. «Spesso i miei pazienti mi dicono: io mi sono vaccinato eppure ho avuto l‘influenza – racconta il geriatra – In realtà, hanno avuto un’altra infezione virale. Il vaccino ci protegge solo dal virus influenzale, che comunque è il più importante per prevalenza e quindi per rischio di contrarre la malattia. Ma sono tanti i virus respiratori». Sarà dunque per effetto della disinformazione, fatto sta che i casi di persone anziane che si ammalano fanno preoccupare. La Sigg calcola che i pazienti con patologia cronica e con disabilità in età geriatrica sono circa 22-23milioni, un terzo dei quali è esposto a complicanze importanti. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, poi, fino allo scorso 8 dicembre, i casi di influenza tra gli over 65 dall’inizio della sorveglianza, cioè nelle 8 settimane precedenti, sono stati circa 2.734, su un totale di circa 887mila casi stimati.
IL MEA CULPA
Intanto i geriatri fanno mea culpa. «C’è un difetto di counseling e di mancata promozione da parte dei medici – ammette Antonelli Incalzi – Da una recente nostra indagine conoscitiva è stato evidenziato proprio questo limite: sulle vaccinazioni sono emerse delle lacune». E il motivo è davvero inaspettato. «Nella nostra formazione nel percorso di laurea – spiega – la vaccinazione è entrata prettamente nell’ambito pediatrico. In quello geriatrico non c’è una cura adeguata sul tema della vaccinazione, e questo limite purtroppo non è sanato dalle specializzazioni».
(fonte il messaggero.it)